Essa permette il raggiungimento dell'equità sociale ed è un elemento costitutivo dell'apprendimento per tutta la vita.
Insegnare non è il lavoro più facile del mondo, anzi è proprio il più complesso, ma che può dare grandi soddisfazioni sia agli insegnanti stessi che ai propri discenti, quando si raggiungono buoni risultati.
Queste fatiche, ma anche soddisfazioni, si moltiplicano quando si lavora in classi eterogenee: tutti i ragazzi che ci vengono affidati presentano le loro difficoltà, insicurezze, disagi, problemi, chi più chi meno, e per alcuni di loro diventa difficile seguire il ritmo delle lezioni e non riescono a stare al passo degli altri.
In questi alunni, anche se non è stato riscontrato un handicap fisico o mentale, i metodi d'insegnamento tradizionali non servono, o servono a poco.
Si parla di bambini con DSA ( Disturbi Specifici dell'Apprendimento) o di BES ( Bisogni Educativi Specifici) e per loro un tipo di didattica INCLUSIVA è fondamentale!
Spesso i docenti non sono pronti, o non sono disposti a imparare, perché quando ci troviamo davanti a 20 o più ragazzi con bisogni educativi diversi, ci si deve mettere in gioco, reinventare come docente.....perché ricordatevi
L'INSEGNANTE MIGLIORE NON E' QUELLO CHE SA TUTTO,
MA COLUI CHE E' SEMPRE DISPOSTO AD IMPARARE!
Molto spesso i segnali predittivi su determinate difficoltà compaiono già alla scuola dell'infanzia, dove qualche volta ci si dimentica di far svolgere quelle attività che sono fondamentali e che predispongono gli strumenti per affrontare la scuola primaria.
Qualche volta si vuole prescolarizzare, saltando alcuni passaggi indispensabili per lo sviluppo cognitivo dei piccoli allievi.....è come iniziare a camminare senza passare per la fase del gattonare...
NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
bisogna puntare molto sullo sviluppo della motricità fine, sullo sviluppo della memoria a breve termine, sullo studio di brevi filastrocche, sullo sviluppo delle abilità di base come sapersi vestire, riordinare gli oggetti, fare giochi di ruolo per imitare e utilizzare nuovi oggetti e apprendere un lessico nuovo; ripetere sequenze ritmiche di forme e di colori, di azioni e di parole; sapersi muovere nello spazio e saper disegnare in una spazio preciso del foglio; fare giochi fonologici per imparare a parlare correttamente...
se mancano queste abilità vedremo un bambino che faticherà nell'affrontare, poi, la scuola primaria.
NELLA SCUOLA PRIMARIA
è fondamentale creare un buon CLIMA CLASSE fin dai primi giorni; una classe in cui i bambini rispettino le difficoltà e i tempi d'apprendimento e di lavoro degli altri.
Il docente, inoltre, NON DEVE ESSERE PREOCCUPATO della mole di lavoro che non riesce a fare o farsi prendere dall'ansia di iniziare cose nuove!
...e molti se ne sentono ancora lamentarsi : " ...non riesco a finire il programma!!!Aiuto come farò?.."
MA IL PROGRAMMA DI CHI???
Il nostro lavoro deve essere calibrato sui ragazzi che abbiamo in classe, nessuno ci potrà dire se hai fatto poco o tanto, solo tu docente saprai quale è il livello della tua classe e su cosa, come e quanto puntare.
Il docente della scuola primaria deve essere il FACILITATORE, colui che dà gli strumenti per risolvere il problema, un calcolo, per svolgere bene un testo, ma è anche colui che ti offre tutti gli spunti, i suggerimenti, i consigli necessari affinché tutti gli allievi, ma PROPRIO TUTTI, trovino il loro metodo operativo, la tecnica più efficace per se stessi, al fine di raggiungere il successo formativo.
Solo così nessun allievo si sentirà inferiore, avvilito, sminuito e privo di autostima; tutti saranno stimolati a proseguire, ciascuno "camminando" col proprio ritmo.
Pertanto un bravo docente preparerà lavori diversificati per i suoi allievi; so che questo comporta fatica e spreco di tempo, ma se così non fosse si rischia di livellare la classe verso il basso, o di innalzare l'asticella delle competenze, alle quali solo pochi potranno arrivare.
So che sto dicendo cose ovvie, ma ricordandocele ogni tanto si evita di imbattersi in quegli errori che anch'io a volte ho fatto: rendermi conto alla fine di una verifica di non aver rispettato i tempi di alcuni alunni per i quali avrei dovuto ridurre gli esercizi o renderli più lineari e meno arzigogolati...
Si può sbagliare, certo, ma è onesto rendersene conto e rimediare.
E TUTTI SPICCHEREMO IL VOLO...
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